Siccità? Niente paura, ci pensiamo noi…. Arrivano le 850 Spider e olé, giù acqua a volontà!!! Iniziamo con una battuta, perché alla fine dei conti, la pioggia che ci ha accompagnato in occasione del nostro ultimo meeting, benché fastidiosa, non è mai stata eccessiva né costante, nulla a che vedere con i nubifragi che ci siamo sorbiti la scorsa primavera in Piemonte. Però dopo un raduno “fradicio” come quello di maggio e uno rovente come quello di giugno, una giusta via di mezzo, ovvero tre giorni di sole con la giusta temperatura, non ci sarebbe affatto dispiaciuta. Detto questo, ciò che importa è che tutto sia filato per il verso giusto: si è respirato il consueto clima di amicizia, ha partecipato un buon numero di vetture (senza incappare in problemi gravi) e hanno debuttato ben tre equipaggi composti da soci neo iscritti. E pazienza se abbiamo dovuto utilizzare più spesso del necessario la pelle di daino e in qualche frangente anche l’ombrello. Da dove cominciamo? Beh, dal fulcro della manifestazione, ovvero dall’ Hotel Villa San Donino: una location bella, suggestiva ed insolita, con tanto di cappella e di piscina “olimpionica”, immersa nella quiete e nel verde della campagna umbra sui colli circostanti Città di Castello; diretto da Angelica e dal vulcanico Salvatore, ci ha ospitato mettendoci a disposizione tutti gli spazi necessari, dal gazebo esterno dove abbiamo consumato i pasti al salone per il dopo cena; il fatto di essere gli unici occupanti della struttura, interamente riservata al nostro gruppo, ha fatto sì che ci sentissimo un po’ “padroni di casa” mettendoci a nostro agio. Il programma ufficiale iniziava giovedì pomeriggio con la visita al Birrificio Artigianale Altotevere di San Giustino: una realtà sorta soltanto nel 2016 eppure già fortemente affermata; abbiamo suddiviso i partecipanti in due gruppi: uno ha visitato il reparto produttivo dove venivano illustrate le tecniche di produzione delle varie tipologie di birra mentre gli altri partecipavano alla degustazione; frattanto la pioggia cominciava ad intensificarsi lasciando presagire un raduno sempre bagnato ma fortunatamente non sarà così. Scambiati i due gruppi si passava agli acquisti prima di rientrare in albergo dove nel frattempo erano arrivati altri equipaggi. La comitiva inizia ad ingrossarsi e piano piano il raduno prende forma: dopo la cena (a proposito: complimenti allo staff, non solo per l’ottima cucina ma anche per la disponibilità e la reattività dimostrata in varie occasioni) il consueto briefing di presentazione e le ultime formalità: a quel punto Carmela ha preso in mano le redini della serata organizzando la tombola. La mattina successiva ci svegliamo e sentiamo che la pioggia sta cadendo: un paio di macchine soffriranno l’umidità e faranno le bizze ma poco male: gli equipaggi si suddividono su altre auto e, mentre il meteo piano piano volge al meglio, il serpentone di auto lascia Villa San Donino e punta i musi verso la Toscana: è infatti Sansepolcro la meta del mattino e la cittadina toscana si mostra molto ospitale riservandoci la centralissima piazza Torre di Berta: sono numerose le attrazioni che il paese offre (dalle caratteristiche viuzze al museo civico con le opere di Piero della Francesca e altro ancora) per cui si opta per una formula mista: una tappa organizzata che impegni circa metà del tempo a disposizione e il rimanente libero in modo che ognuno scelga in base alle proprie preferenze. Ci rechiamo quindi nel suggestivo palazzo rinascimentale Bourbon del Monte: il nome di questa casata lo ritroveremo in un’altra tappa e, tanto per stare in tema 850, ricordiamo che questa era la famiglia della Marchesa Virginia, madre dell’avvocato Agnelli. All’interno del palazzo si trova Aboca Museum, il museo delle erbe realizzato dall’omonima azienda leader nel mercato erboristico; il sito ripercorre la storia dell’erboristeria nei secoli: da sempre infatti l’uomo si è curato con le proprietà medicamentose delle erbe: le varie sale, arredate con prezioso mobilio antico, ricostruiscono questo percorso con documentazioni, attrezzature quali mortai, ceramiche, contenitori in vetro, un ambiente dedicato all’essiccazione delle erbe, la cella dei veleni, un laboratorio da speziale e gli arredi di una farmacia dell’800; non manca al termine un percorso multimediale che spiega al visitatore l’attività dell’azienda; una tappa davvero interessante (grazie anche alla guida molto preparata che è riuscita a trasmetterci tutto con entusiasmo), prima di suddividersi per la visita libera del borgo dove frattanto il sole faceva capolino, cosa che faciliterà anche la “guarigione” delle due auto rimaste in hotel; se in occasione della prima tappa toscana tutto è stato davvero perfetto, non si può dire altrettanto per Anghiari dove abbiamo incontrato qualche difficoltà: infatti il sole ci induce a partire con le vetture scoperte ma un improvviso quanto intenso acquazzone ci sorprende sulla E45, dove peraltro manca la corsia di emergenza e gli scambi di carreggiata sono una spiacevole costante; il risultato è che i partecipanti si fermano dove possono qua e là e il corteo si frammenta; Gianluca e gli altri equipaggi in testa alla carovana aspettano fiduciosi il resto della comitiva all’uscita della superstrada ma solo in pochi seguono le istruzioni sul road book, probabilmente rimasto in camera come complemento di arredo o infilato in qualche borsa nel bagagliaio: alcune auto proseguono sulla E45 sbagliando completamente strada e in pochi si premurano di raggiungere l’indirizzo indicato avvalendosi del GPS inoltrandosi a casaccio dove capita trascinandosi dietro altre vetture; il risultato è che le auto vengono parcheggiate dove capita, le persone non riescono a ritrovarsi nel punto stabilito e la visita di questo splendido borgo aretino risulterà un po’ sottotono: un vero peccato data la sua bellezza, speriamo solo che quanto accaduto serva di lezione per la prossima volta. La passeggiata dei vari gruppi in centro sarà poi caratterizzata da una pioggia intermittente che, come è noto, non dà una mano. Si rientra in hotel sotto un sole davvero beffardo e, dopo cena, Carmela è nuovamente mattatrice organizzando un gioco che consiste nell’individuare il più rapidamente possibile una canzone sentendo solo le prime note: la cosa si rivela coinvolgente e oltre ai due soci che si erano dati battaglia in occasione del raduno di Folgaria compaiono molti outsider; arriva quindi velocemente l’ora di ritirarsi in vista del giorno dopo che ci vedrà girovagare alla ricerca di due bellissimi borghi umbri: la meta della mattina è Monte Santa Maria Tiberina dove finalmente il lavoro degli organizzatori viene premiato: un sole che spacca le pietre, la scorta della Municipale non appena si entra nel territorio comunale, uno schieramento delle auto da manuale nella piazza monumentale con tanto di tris di 850 riproducente il tricolore davanti al nobiliare palazzo Bourbon del Monte (rieccolo!). Accoglienza perfetta da parte delle autorità comunali e dai volontari della pro loco che illustrano in maniera davvero coinvolgente e dettagliata la storia del paese; palazzo Bourbon del Monte è visitabile solo a piano terreno e nei sotterranei, entrambi utilizzati come spazi espositivi mentre i piani superiori stanno affrontando un laborioso restauro. Le nostre guide ci accompagnano per le viuzze fino alla chiesa alla fine del paese dove la nostra visita si conclude. Nel frattempo molti soci si sono seduti ai tavolini del bar e si confrontano con capocollo, pecorino e un calice di rosso prima di ritornare in hotel dove quel mattacchione di Salvatore ci aspetta sotto al gazebo con le bontà cucinate dal suo staff. Rifocillati dalle specialità della cucina umbra, si riparte: facciamo una manciata di chilometri per raggiungere villa Cappelletti dove si trovano due belle realtà: il museo Malakos che raccoglie oltre 600.000 tra conchiglie ed altri reperti provenienti da tutto il mondo e il Centro delle tradizioni popolari: il primo costituisce la più grande raccolta malacologica privata a livello europeo; il secondo invece è la ricostruzione di una tipica abitazione rurale, arredata fin nei minimi particolari: non manca davvero nulla dal pagliericcio con il pericolosissimo braciere per riscaldarlo alla grande cucina con l’immenso camino; al piano superiore si trovano ulteriori reperti di civiltà contadina mentre sul retro vi sono stalla, cantina, frantoio e falegnameria: una tappa veloce ma molto interessante prima di proseguire per un altro piccolo borgo: Montone. Lasciamo le vetture nel parcheggio alla base del paese e comincia l’arrampicata dal momento che la località è arroccata su un cocuzzolo; ci aspetta una guida che ci accompagna tra le stradine del paese tra palazzi antichi, rocca, chiese e chiostri; per l’occasione è stato mostrato ai partecipanti il reliquiario in argento contenente la Santa Spina, ovvero una delle spine della corona di Gesù, recuperata nel 1473 dal condottiero montonese Carlo Fortebracci; di norma la Santa Spina viene esposta solo due volte all’anno (il giorno di Pasquetta e la penultima domenica di agosto) ma gli organizzatori sono riusciti ad ottenere questa esclusiva concessione in occasione della nostra visita: forse un aspetto poco evidente ma che comunque sottolinea gli sforzi profusi nei mesi precedenti. In vista della serata di gala, qualche equipaggio rientra in autonomia in albergo (della serie: quando si vuole si riesce a trovare la strada…). E a proposito della cena di gala: un contrattempo last minute da parte del musicista ha visto un pool di volontarie (capitanate –manco a dirlo- dalla inarrestabile Carmela) prendere in mano la situazione per gestire al meglio la serata: un sentito grazie quindi a Carmela, Cristina, Paola e a tutti coloro che si sono spesi per sopperire a questa variazione di programma: pur improvvisando la serata è stata piacevole ed azzeccata. Siamo già a domenica mattina il cui programma, come da tradizione, è volutamente leggero: partenza più tardi per recuperare le ore piccole, pochi km, visita libera e breve per anticipare l’orario del pranzo, cosa assai apprezzata da chi dovrà divorare parecchi chilometri prima di arrivare a casa. La nostra meta è Città di Castello dove l’accoglienza mostra qualche limite: infatti nella piazza a noi riservata la segnaletica è stata posta con parsimonia ed in modo molto approssimativo col risultato che quando arriviamo la troviamo invasa da auto e furgoni in sosta; cerchiamo come possiamo di non paralizzare il traffico e ci attiviamo per creare una via di fuga per un eventuale mezzo di soccorso in attesa che sopraggiunga la Municipale chiamata da Gianluca; dopo un po’ arriva una pattuglia che pare preoccuparsi più delle multe da fare che della sistemazione delle nostre auto: gli agenti scendono con penna e blocchetto in mano e, volgendo le spalle alla piazza bloccata, iniziano a sanzionare tutti i veicoli in sosta: solo dietro nostra ripetuta sollecitazione otteniamo supporto per sistemare le auto in sicurezza; preoccupati da eventuali reazioni dei multati verso le nostre auto, otteniamo che la pattuglia resti a presidiare la piazza in nostra assenza. La sera precedente nel pacco omaggio (contenente birra e bicchiere di Altotevere) era stata messa la guida di Città di Castello che qualche partecipante ha usato per organizzare il proprio tempo; tutto il centro era occupato da un immenso mercato di anticaglie per cui molti hanno iniziato a curiosare tra le bancarelle; il fulcro della cittadina è piazza Matteotti su cui si affacciano il Duomo, il palazzo dei priori e il palazzo del podestà ma non mancano altri punti di interesse. Il tempo vola ed è tempo di assaporare le ultime bontà di Villa San Donino e si passa ai saluti, al carico dei bagagli e alla partenza verso casa, chi da solo chi in carovana; più di un equipaggio arriverà a casa ormai al buio, accompagnato dai consueti messaggi in chat. Questo era l’ultimo appuntamento del 2023, un’annata importante, dopo lo stop dovuto al Covid e al riavvio del 2022. Ora inizia il difficile: mentre per la maggioranza dei soci si tratta solo di gestire il letargo della spider un manipolo di volontari dovrà tradurre in pratica i progetti per i raduni del 2024. Buon lavoro e soprattutto un ringraziamento di cuore a loro!
Arrivederci al prossimo raduno.