Nel 1965 la gamma della Fiat «850» si amplia. Vengono infatti presentate al salone di Ginevra le versioni «Coupé» e «Spider», quest’ultima prodotta in collaborazione con la Carrozzeria Bertone. Il design della «Spider» si deve a Giorgio Giugiaro che all’epoca lavorava alle dipendenze della Carrozzeria Bertone. Le due nuove varianti, esteticamente molto diverse dalla berlina, montano due propulsori più potenti rispetto alla versione d’origine, pur mantenendo la medesima cilindrata di 843 cc della berlina: la «Coupé» dispone di 47 CV; la «Spider», di 49. L’alimentazione è, per entrambe, con carburatore doppio corpo. Il motore viene mantenuto in posizione posteriore longitudinale.
Il modello spider ha una linea accattivante, con il frontale spiovente caratterizzato dai fari “adagiati” sui parafanghi, e la coda piatta e tronca.
L’abitacolo ospita due passeggeri e consente di riporre piccoli bagagli sulla panchetta posteriore. Il cruscotto e la strumentazione sono di tutto riguardo, per l’epoca, su una spider derivata da una utilitaria. Infatti la dotazione di indicatori comprende tachimetro, contagiri, indicatore livello carburante, termometro liquido di raffreddamento e manometro olio, oltre a numerose spie luminose di segnalazione.
La “climatizzazione” dell’abitacolo è affidata ad un ventilatore che invia aria alle due bocchette ruotabili poste sulla plancia. L’aria calda viene prodotta da un radiatorino appositamente dedicato.
La «Spider» viene subito accolta bene sia dal pubblico sia dalla critica. Il mensile “Quattroruote”, che la prova nel Marzo 1965, ne esalta le prestazioni di buon livello accompagnate da consumi non elevati, ma annovera tra i difetti addirittura una linea eccessivamente “importante”. In realtà l’intervento della Carrozzeria Bertone sulla linea della «Spider», conferì all’auto una personalità che ancora oggi suscita ammirazione.
Nel marzo 1968, in occasione del Salone di Ginevra, la Fiat rinnova l’intera gamma «850». La berlina si sdoppia nelle versioni «base» e «Special»; coupé e spider, vedono aggiungere la dicitura “Sport” alla denominazione ufficiale.Fa così il suo ingresso sul mercato la «850 Sport Spider».
La linea, rispetto alla prima serie, rimane identica nella parte centrale e nella coda, mentre viene modificato il frontale. I fari sono incassati nei parafanghi e gli indicatori di direzione alloggiati sotto al paraurti, ora muniti di rostri di protezione.
L’abitacolo, come sulla prima serie, è accogliente e ricco di strumenti utili al guidatore esigente, il volante ha due razze forate con il logo Fiat al centro in corrispondenza del comando dell’avvisatore acustico.
Le innovazioni meccaniche sono molteplici: la cilindrata (grazie all’incremento del valore di corsa dei pistoni) passa da 843 a 903 cc. e la potenza sale da 49 a 52 CV. Altre modifiche riguardano le sedi valvole realizzate in materiale più resistente e la coppa olio in alluminio.
L’impianto elettrico viene fornito di un alternatore che sostituisce la vecchia dinamo. I pneumatici sono aumentati nelle dimensioni (155) per conferire maggiore stabilità all’auto.
La Fiat «850 Sport Spider» conferma così il successo del modello precedente. L’aumento della potenza, quindi delle prestazioni, e la riuscita linea ideata da Bertone, la pongono ai vertici della categoria, sia da un punto di vista strettamente tecnico sia sotto l’aspetto emozionale. La «850 Spider» rimane nella storia della Fiat una delle auto più simpatiche ed affascinanti; ancora oggi, chi ha la fortuna di possedere un esemplare di questa autovettura sa bene quanto questa susciti ammirazione ed apprezzamento anche agli occhi dei non appassionati.