Come ormai avviene da qualche anno il raduno di giugno è salito da uno a due giorni di durata. Nonostante questo, continuiamo a considerarlo un raduno breve. Breve però non significa povero: certamente avere solo 24 ore a disposizione pone dei limiti ma, stando ai commenti dei partecipanti, il piatto è stato ricco e ben assortito. Organizzato da Marco Chiari con la collaborazione di Davide Rustichelli per prima cosa ha visto un netto cambio di rotta nella scelta della location rispetto al passato: infatti, proseguendo sulle via della sperimentazione che il direttivo ha presentato in assemblea lo scorso marzo, per sfuggire alla calura si voleva valutare il riscontro ad un raduno in una location di montagna lontana dalle grandi vie di comunicazione, raccomandando ai partecipanti di considerare anche il viaggio come parte del raduno, visto le strade sinuose e panoramiche da percorrere per raggiungere la meta. Ebbene con 28 equipaggi iscritti abbiamo migliorato notevolmente rispetto agli anni precedenti in pianura; certo il viaggio è un po’ impegnativo ma la temperatura che ha accolto i partecipanti, mediamente una decina di gradi in meno rispetto ai luoghi di provenienza, è stata assai apprezzata. Complimenti quindi ai partecipanti con una menzione particolare per Gianluca che da solo è venuto in spider da Roma. Campo base a Ligonchio, piccolo paese dell’appennino in provincia di Reggio Emilia a quasi 1000 metri di altitudine a meno di 10 km dal confine con la provincia di Lucca: l’albergo, “il Rifugio dell’Aquila”, una magnifica costruzione tutta in legno nel cuore del Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano – Riserva Biosfera Unesco, si è rivelato all’altezza della situazione garantendo una sistemazione ottimale in un contesto particolare. Il sabato mattina il parcheggio dell’hotel pullula già di spider: una decina di equipaggi improvvisa un’escursione al Passo Pradarena che conduce in terra toscana e che, con i suoi 1600 metri di altitudine si fregia del titolo di valico più alto in tutto l’appennino Tosco Emiliano. Una passeggiata nei boschi intorno al passo stimola l’appetito che il ristorante posto sul confine regionale è pronto a soddisfare. Si rientra quindi in hotel dove è iniziata l’assegnazione delle camere; per fare riposare persone e macchine dal lungo viaggio il programma non prevede uscite in auto nel corso del pomeriggio; alle 15 accediamo alla sala riunioni del rifugio dove conosciamo Rosanna Paoli, titolare dell’azienda agricola “La Contadinella”, una donna coraggiosa che ha lasciato un comodo impiego a valle per tornare in montagna avviando in solitudine la coltivazione di frutta biologica che trasforma in confetture e in succhi nel suo laboratorio; Rosanna ha preparato una maxi degustazione di tutti i suoi prodotti (una ventina tra confetture, composte e succhi) illustrandone le caratteristiche: alla fine della presentazione si è passati all’assaggio ed il parere dei partecipanti è stato unanime: prodotti buonissimi, lontani anni luce da quanto si trova al supermercato: tutti hanno fatto la fila per portarsi a casa i vasetti con i prodotti di Rosanna. Dopo questa parentesi insolita ed interessante, si è passati alla visita della centrale idroelettrica Enel di Ligonchio che abbiamo raggiunto a piedi visto che il lago artificiale, a valle dell’impianto, è quasi confinante con l’hotel. Indossiamo il casco ed entriamo: un tecnico simpatico e competente ci illustra dapprima a video le caratteristiche dell’impianto e le logiche di funzionamento del settore energetico; a questo punto iniziamo il percorso tra le turbine e i vari macchinari, oggi quasi completamente automatizzati; l’atmosfera però è suggestiva data anche la costruzione risalente agli anni 20 e la presenza di attrezzature d’epoca accuratamente conservate. Svolgiamo la visita di tutte le sale sempre in compagnia della nostra guida per poi proseguire alla parte esterna da dove partono le linee destinate alle stazioni di trasformazione ubicate a valle terminare il tutto con il giro del lago rientrando in hotel. Il tempo di una doccia e alle 19 siamo sulla splendida terrazza panoramica per goderci l’aperitivo in compagnia circondati dalla natura. Segue poi una cena tipica molto apprezzata sia per l’ambiente che per la qualità e non manca nemmeno il sottofondo musicale con la presenza di un dj set. La notte un temporale rinfresca ulteriormente la temperatura e qualche auto al momento di ripartire fa i capricci: meno male che come sempre scatta la gara di solidarietà e tutto viene risolto. Scendiamo verso valle: prima di arrivare a Castelnovo Monti ci uniamo agli equipaggi in arrivo domenica. A questo punto Davide, che gioca in casa, prende la testa del corteo e ci guida lungo il giro panoramico attorno alla Pietra di Bismantova, magnifica formazione rocciosa che svetta accanto al paese; l’organizzazione ha previsto anche una sorpresa: lungo il percorso un fotografo professionista, appositamente piazzato in un punto strategico, scatterà una foto ad ogni equipaggio in transito con la Pietra sullo sfondo, in modo che ognuno abbia una foto ricordo con la propria auto nel punto più bello. Terminato il giro, dove la Pietra sembra spostarsi di qua e di là, puntiamo verso la frazione di Felina dove ci attende la degustazione del Parmigiano Reggiano di montagna del caseificio Il Fornacione; ma la degustazione passa quasi in secondo piano perché il simpatico casaro che ci attende ci accompagna a visitare un caseificio fantastico con un livello di automazione incredibile e numeri da capogiro: produzione di oltre 110 forme al giorno, stock a magazzino di 36.000 forme per un valore di circa 20 milioni di Euro. Visitiamo ogni angolo della struttura e rimaniamo colpiti dalla linea aerea che trasporta i sacchi con le cagliate: bisogna anzi essere lesti a chinarsi per non venire travolti da questi sacchi che arrivano in continuazione prelevati dalle mani dei mastri casari; anche le “piscine” dove il formaggio è posto in salamoia sono completamente automatizzate con appositi macchinari che immergono e prelevano le forme dalla soluzione salina; infine il magazzino è qualcosa di maestoso e ci lascia tutti a bocca aperta. Dopo degustazione e acquisti di rito saliamo fino alla base della Pietra per il pranzo conclusivo all’aperto presso La Foresteria di San Benedetto, addossata alla parete rocciosa. Un’ottima location che ha concluso un raduno breve ma intenso ed apprezzato, caratterizzato da un clima di grande amicizia e dalla voglia di rivedersi al prossimo incontro di settembre a Lucca. Buona estate a tutti, ci si vede in Toscana