E uno! Il primo raduno ligure della storia del Club se n’è andato in un baleno e, salvo i capricci di qualche vettura, è stato davvero perfetto. Il meteo, a dispetto delle previsioni, è stato clemente e, anche se in un paio di occasioni qualche gocciolina ci ha disturbato, in linea di massima il bel tempo l’ha fatta da padrone: e per la notte il fatto di avere le auto in garage ci ha messo al riparo da qualsiasi sorpresa. Si dice che ospitalità, cortesia e Liguria non vadano d’accordo: evidentemente noi abbiamo visto un’altra Liguria: ovunque siamo stati accolti con cordialità ed entusiasmo, le amministrazioni hanno concesso i parcheggi senza difficoltà, l’albergo è stato perfetto ed il suo buffet si è rivelato davvero eccezionale; in alcuni dei paesi visitati poi le autorità locali hanno fatto di tutto per creare l’atmosfera migliore: un assessore che si mette a spostare fioriere per mettere più spider in piazza, una vicesindaca che “costringe” l’enoteca del paese ad offrirci un assaggio delle etichette più prestigiose e altro ancora. E, dietro a tutto, la presenza silenziosa di Valter che, sotto la sua coppola multicolore, da bravo conoscitore del territorio dispensa preziosi consigli: dove trovare la focaccia più buona oppure la migliore gelateria del paese: piccoli gesti che hanno contribuito a elevare ulteriormente la qualità di un raduno che resterà scolpito nella memoria dei partecipanti. Ed ora la cronaca: giovedì pomeriggio l’Hotel Ai Pozzi di Loano, un grande villaggio vacanze a quattro stelle, ci accoglie molto bene: molte camere hanno la vista sul mare, sulla destra si scorge la vicina isola Gallinara. Un aperitivo al bar prima di trasferirsi al buffet del ristorante per una cena da leccarsi i baffi con la possibilità di scegliere tra un’infinità di piatti. Dopo cena ci siamo trasferiti in una saletta a noi riservata per il briefing di presentazione e la consegna dei badges e dei road book completi di QR code. Venerdì mattina ci svegliamo con un sole un po’ pallido e l’aria fresca ma molti osano e aprono la capote: facciamo poca strada, la nostra meta è Borgio Verezzi che dista meno di 10 km: sistemiamo le auto in un parcheggio riservato e raggiungiamo il borgo; restiamo colpiti dalla chiesa, assai sontuosa per un paese così piccolo, ma nel corso di tutto il raduno avremo modo di imbatterci in altre realtà simili. Dopo esserci divisi in due gruppi ci caliamo nelle viscere della terra per esplorare le bellissime grotte: non sono enormi ma la visita delle tre sale si rivela particolarmente piacevole grazie anche alla presenza di una guida molto professionale che ci illustra chiaramente i fenomeni carsici e ci descrive i particolari in maniera esaustiva. Riemergiamo e la risalita ha smosso un po’ l’appetito: poco male perché a una dozzina di km ci aspetta la Trattoria Bergallo che con quattro antipasti, due primi un secondo e tre dolci riuscirebbe a sfamare anche un branco di leoni. Si mette a piovigginare ma quando abbiamo finito il pasto ha già smesso e possiamo puntare verso Finalborgo che, come Borgio Verezzi, Cervo e Albenga fa parte del circuito “I borghi più belli d’Italia”. Sistemiamo le auto nel piazzale antistante Porta Testa e ci addentriamo per le viuzze del centro storico tra chiese, botteghe e carruggi; i più coraggiosi risalgono a piedi la montagna per la visita di Forte San Giovanni. La tabella di marcia viene rispettata e all’orario stabilito ripartiamo per l’albergo: sistemiamo le vetture al coperto e ci prepariamo ad una nuova abbuffata. Il dopo cena viene animato da Carmela che movimenta la serata con uno dei suoi giochi, sempre molto coinvolgenti. Sabato il programma si presenta davvero interessante: i 32 km che ci separano da Cervo sono quasi tutti sull’Aurelia con scorci sul mare che ricordano quelli della vicina Costa Azzurra; ad Alassio facciamo una sosta per una foto poi dopo Andora entriamo in provincia di Imperia e raggiungiamo la meta: la piazza è piccola e non può contenere tutte le spider; mentre andiamo verso gli altri parcheggi, l’assessore si mette a spostare blocchi di cemento e fioriere per consentire di schierare in piazzetta almeno una decina di spider riuscendo nell’impresa apparentemente impossibile; una bravissima guida ci prende per mano e ci accompagna all’interno del castello Clavesana dove ci aspetta una dolce sorpresa: l’amministrazione ha infatti attrezzato un angolo del salone con macchina del caffè e pasticcini per festeggiare il nostro passaggio; all’interno si trova il museo etnografico con una serie di arredi e vecchi attrezzi nonché una riproduzione di antiche scene e mestieri con bambole di squisita fattura. La guida ci accompagna per i vicoletti del borgo fino alla terrazza sul mare, dove si trova la chiesa di San Giovanni Battista dalla cui scala si gode una vista mozzafiato. Il raduno è stato un test per alcune formule: dopo il buffet dell’hotel sperimentiamo un aperipranzo: ci spostiamo presso l’Enoteca Regionale della Liguria di Ortovero, paese di duemila anime in mezzo a verdi colline; qui arriva una vulcanica vicesindaca che anima la nostra degustazione di specialità locali con aneddoti e spiegazioni; era prevista la degustazione di tre diversi vini ma la vicesindaca ha messo alla frusta il personale dell’enoteca e si può tranquillamente dire che qualcuno ha potuto degustare tutta la produzione del Ponente Ligure: dall’Ormeasco al Rossese, passando per lo Sciac-Tra rosato fino ai classici Pigato e Vermentino; anche oggi una fine pioggerellina colpisce durante il pranzo ma scendendo verso valle il cielo torna a essere bello e arriviamo ad Albenga sotto al sole; sistemiamo le auto nella piazza a noi riservata (in quella attigua troveremo schierate addirittura due Dino 246 e due Lamborghini Miura) e ci sparpagliamo per la visita libera del centro che stupisce per un numero di torri che può rivaleggiare con la celebre San Gimignano. Visitiamo anche il PMF, piccolo museo della fionda il cui fondatore, Dino Vio, è un personaggio incredibile: oltre a custodire quasi 700 pezzi provenienti da tutto il mondo, ha istituito il premio “Fionda di legno” che nel corso degli anni è stato consegnato a parecchi vip, liguri e non: quest’anno è stato assegnato a Leonardo Pieraccioni ma scorrendo l’albo d’oro si scorgono nomi quali Fabrizio De Andrè, Paolo Villaggio, Don Gallo, Fiorella Mannoia, Caterina Caselli e altri ancora. Rientriamo in albergo per la serata di gala: la cena stavolta è servita al tavolo con un menù particolarmente curato e arriviamo al brindisi con lo spumante offerto dal nostro sponsor Cantine Giacobazzi; il dopo cena viene vivacizzato da un brillantissimo musicista-animatore che prende in mano le redini della serata risultando davvero simpatico; consegniamo gli omaggi (un sacchetto con una bottiglia di Vermentino e un vasetto di paté di olive taggiasche) e i tre abbonamenti annuali ad Epocauto gentilmente offerti dall’editore e la serata prosegue con danze e musica. Domenica ci svegliamo con un sole accecante: la temperatura si è alzata di una decina di gradi, sembra quasi un anticipo di estate; ci aspetta la visita di Loano, in modo da minimizzare la percorrenza e sfruttare ancora una volta la versatilità del buffet che consente di ripartire già dalle 13 completamente rifocillati. Loano è davvero carina: sistemiamo le vetture davanti al municipio e ci sparpagliamo per il centro: il corso è caratteristico e pieno di negozi, il lungomare è davvero splendido e gli ombrelloni aperti sulla spiaggia ci portano in un contesto da piena estate: il tempo a disposizione, che sembrava tanto, scorre davvero veloce e alle 12 si riaccendono i motori per puntare verso l’hotel non prima di avere fatto scorta della rinomata focaccia ligure. Siamo ai saluti: dispiace lasciare tanti amici ma nel giro di sei settimane ci sarà una nuova occasione di incontro al raduno di giugno. Nota finale: sono stati vari gli inconvenienti meccanici che hanno creato problemi sia durante il raduno che sulla strada del ritorno; un sentito ringraziamento a chi si è dato da fare per aiutare gli amici in difficoltà e una menzione speciale per Michele e Rossella: arrivati dal Trentino dopo un viaggio di oltre dieci ore sono rimasti appiedati e sono rientrati in treno con un “comodo” itinerario Loano- Genova- Milano- Verona- Rovereto dove la figlia li ha prelevati lunedì sera in macchina per tornare a casa sul lago di Ledro: ebbene nonostante questa via crucis la coppia trentina non ha mai perso il buonumore e ha preso la cosa con filosofia e con il sorriso sulle labbra: bravissimi!!!
Arrivederci al prossimo raduno.